Menù Tutorial |
L'Esposizione
Questo tutorial è una guida che non ha pretese se non quella di esporre dei concetti che a molti potrebbero sembrare banali ma che per altri spero possano risultare di grande utilità. Come al solito, cerco di esporre nel modo più semplice alcune regole basilari della fotografia anche con esempi pratici che nulla hanno a che vedere con essa, ma che nella loro banalità spero siano utili per comprendere la tecnica spesso più complessa. Alcuni di voi si saranno posti questa domanda: visto gli avanzati sistemi esposimetrici e gli automatismi programmati delle moderne reflex, perché dovrei assumermi il compito ingrato di intervenire sull'esposizione? Vi assicuro che la padronanza del controllo dell'esposizione, della scelta del tempo di scatto e del diaframma da parte del fotografo sono uno strumento estremamente potente e creativo ed in definitiva molto semplice da utilizzare. Le moderne reflex digitali hanno a disposizione, di solito, tre modalità di lettura esposimetrica: la spot, la media centrale e la più sofisticata valutativa o "matrix" (multizona). Quest'ultima utilizza un sensore dedicato che scansiona l'intera immagine suddividendo la scena in varie zone e tramite sofisticati algoritmi calcola l'esposizione. Si tratta di un sistema che offre, senza alcun dubbio, la migliore percentuale di successo ed è quello che io utilizzo più frequentemente. Le letture spot e media possono risultare molto preziose in condizioni di luce estreme, con molta luce oppure molto buie. Con queste modalità occorre una certa padronanza nel valutare la scena, bisogna esporre su una zona con tono medio, bloccare l'esposizione e ricomporre l'immagine e scattare. Sarà comunque sempre il fotografo che dovrà valutare il risultato. Il monitor LCD può darci un'idea di come è esposta una foto. Io, comunque, non lo ritengo molto affidabile poichè è soggetto a troppe variabili, dipende molto dalla luminosità dall'ambiente in cui si valuta l'immagine. A volte, sotto la luce del sole, può risultare scura, o al buio troppo luminosa. L'istogramma della nostra reflex è senza alcun dubbio il modo più attendibile per valutare correttamente l'esposizione di una foto. Dopo che avete scattato valutate con l'analisi dell'istogramma il risultato della lettura esposimetrica. Verificate che la distribuzione dei dati (a sinistra ombre, a destra luci) sia la più estesa possibile lungo tutto l'istogramma ed eventualmente intervenite compensando l'esposizione con il controllo manuale AV rifacendo un nuovo scatto. Evitate di bruciare le luci, controllate l'istogramma e se questo è troppo sbilanciato all'estrema destra, riducete l'esposizione intervenendo sul controllo di compensazione esposimetrica manuale (Av). Va ricordato che gli esposimetri cercano sempre di riprodurre, in modo corretto, il tono medio di una scena e per questo, generalmente, tendono a rendere le scene luminose troppo scure e le scene scure troppo chiare. Se, ad esempio, fotografate un vestito bianco di una sposa od un campo innevato, questi verranno memorizzati dal sensore e quindi sulla vostra foto di colore grigio. Per questo è molto importante imparare ad utilizzare il controllo di compensazione manuale dell'esposizione: con questa funzione possiamo diminuire o aumentare l'esposizione di +2 / -2 stop a passi di 0.5. Esistono regole (riguardo il comportamento dei sensori delle digitali) che consigliano di spostare i dati registrati sulla parte destra dell'istogramma (non voglio dilungarmi in contorte spiegazioni su questa teoria in parte veritiera) e di conseguenza alcuni fotografi credono che la sottoesposizione sia un errore ma non è sempre così. Si tratta, spesso, di un'ottima scelta creativa per valorizzare la luce e le ombre di alcune scene. Quando scatto le mie immagini imposto la reflex in modalità A (apertura), qualche volta anche in manuale per avere il massimo controllo. Non utilizzo mai i programmi dedicati. Se volete avere il controllo della vostra reflex e dell'immagine, lasciate perdere le modalità programmate dedicate. Nella figura a sinistra possiamo valutare come si comportano le tre principali modalità di lettura esposimetrica presenti nelle moderne reflex. La multizona (Matrix o Valutativa), molto sofisticata ed adatta a quasi tutte le situazioni, come caratteristica tende, comunque a schiarire le zone molto scure ma è senza alcun dubbio quella con la più alta percentuale di successo. La media centrale si presta ad esporre in modo egregio immagini con soggetto prettamente neutro, come ad esempio i visi. La spot è molto selettiva, ci permette di leggere solo una determinata zona dell'immagine, ed è una motalità altamente creativa, consigliata solo per esperti. Il triangolo fotografico, consiste nel bilanciamento fra diframma, tempo di otturazione e iso, determinando così la corretta esposizione. In altre parole, per esporre correttamente una scena è possibile utilizzare diverse combinazioni fra il diaframma, il tempo di scatto e gli iso. Se facciamo decidere in automatico alla nostra reflex, questa ci proporrà una sua combinazione ma vi assicuro che difficilmente sarà quella giusta. Certamente la foto verrà esposta bene ma non sarà la scelta creativa più corretta per quella determinata scena che stiamo riprendendo. Un ritratto dovrà avere una sua combinazione che renda l'immagine particolare, un paesaggio un'altra, una corsa automobilistica un'altra ancora, tutte le combinazioni determineranno esposizioni corrette ma per valorizzare l'immagine in modo creativo ognuna di queste utilizzerà valori tempo/diaframma differenti fra loro. Per questo dobbiamo decidere noi la combinazione migliore. La maggior parte delle reflex digitali moderne è dotata di numerosi automatismi, spesso anche inutili, i quali permettono di fare tutto o quasi. In un grande magazzino di materiale elettronico ho sentito un negoziante decantare i pregi di una fotocamera, dicendo al cliente: "con questa fantastica macchina il risultato è garantito, imposti la ghiera su "P" e scatti, al resto pensa tutto la macchina". Certo questo è un gran passo in avanti della tecnologia, ma se fate parte di quella schiera che vuole imparare a FOTOGRAFARE, non fate decidere alla macchina, difficilmente essa vi restituirà l'immagine che voi state pensando di scattare. Cosa si intende per "corretta esposizione" o forse, più propriamente, per "esposizione creativa"? Per "esposizione corretta" si intende l'invio al sensore della reflex della giusta quantità di luce che serve per memorizzare una determinata immagine e questo ce lo permettono la combinazione del diaframma e del tempo di scatto. Faccio un esempio banale ma che credo renda l'idea: dobbiamo riempire un contenitore di acqua (luce)e , per fare questo abbiamo a disposizione due sorgenti, una con un tubo dal piccolo diametro (diaframma piccolo) da cui esce poca acqua ed un'altra con un tubo di grosso diametro (diaframma grande), da cui esce, naturalmente, moltissima acqua. Bene, entrambe ci permettono di riempire il secchio, ma con la prima occorrerà molto più tempo mentre con la seconda lo faremo in pochi secondi. Il concetto è semplice: il contenitore pieno di acqua è la quantità di luce che ci occorre e cioè l'esposizione corretta, le due sorgenti sono i diaframmi ed il tempo è esattamente il tempo occorrente o tempo d'esposizione e le dimensioni del contenitore potrebbero rappresentare il valore degli ISO. Voglio aggiungere un altro esempio pratico molto importante: se non chiudiamo i rubinetti nel tempo previsto avremo una fuoriuscita di acqua (luce) dal contenitore, quello che in gergo fotografico si chiama "sovraesposizione" (troppa luce). Spero che sia chiaro, ormai, come si esegue una corretta esposizione e perciò ora vediamo come si esegue una corretta esposizione creativa. Per fotografare un'immagine abbiamo a disposizione, quindi, diverse combinazioni di diaframma e tempo di scatto da utilizzare. Quelli che leggerete di seguito sono i valori classici dei diaframmi che troviamo solitamente su un obbiettivo e quindi anche sulla nostra fotocamera: f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32. Sulle digitali moderne troviamo anche valori intermedi che al momento, però, non prenderemo in considerazione. La differenza fra un valore ed un altro viene chiamato stop. Facciamo un esempio, fra f/2,8 f/4 c'è 1 stop, mentre fra diaframma f/2,8 e f/5,6 ci sono 2 stop (vedi tabella sotto). Ora vediamo, invece, i tempi di scatto dell'otturatore presenti in una reflex: 1/8000 s - 1/4000 s - 1/2000 s - 1/1000 s - 1/500 s - 1/250 s - 1/125 s - 1/60 s - 1/30 s - 1/15 s - 1/8 s - 1/4 s - 1/2 s - 1 s. Anche in questo caso la differenza fra un valore ed un altro si chiama stop. Facciamo ancora un esempio: fra 1/125 di secondo ed 1/15 di secondo abbiamo 3 stop di differenza. Come accennato, abbiamo a disposizione più combinazioni fra tempo si scatto e diaframma per riprendere una scena. L'esposimetro della nostra reflex, impostato in program, ci propone una coppia tempo/diaframma come, ad esempio, diaframma f/5,6 e tempo di scatto 1/250 s. Potremmo riprendere la stessa scena anche con diaframma f/11 e tempo di scatto 1/60 s, le due coppie ci danno la stessa quantità di luce e quindi la corretta esposizione. Ricordate l'esempio del contenitore dell'acqua, tubo più piccolo tempo più lungo per riempirlo? Nella seconda coppia abbiamo chiuso di 2 stop il diaframma e di conseguenza, per bilanciare, abbiamo allungato il tempo di 2 stop. Utilizzando questa regola di base si avranno diverse coppie tempo/diaframma per poter esporre correttamente una scena. Se apro il diaframma di 2 stop per bilanciare dovrò, di conseguenza, ridurre il tempo di 2 stop. Vedete, dunque, quante combinazioni ma ricordate che solo una o due di queste saranno la corretta esposizione creativa, quella più adatta al tipo di immagine che stiamo fotografando e dovete deciderla voi. Proprio qui entra in gioco la bravura del fotografo. Dopo tanta teoria facciamo un esempio pratico su un'immagine. Le fotografie a lato sono entrambe esposte correttamente, i dati, però, hanno due coppie tempo diaframma molto differenti. La prima coppia f/4 - 1/30 è stata scelta dalla reflex in program. Naturalmente, l'esposizione è corretta, io però volevo dare all'immagine qualcosa di particolare, ad esempio rendere l'acqua del torrente eterea. La prima foto utilizza un tempo di scatto che ha quasi congelato l'acqua e a me non piaceva molto. Nel secondo scatto ho chiuso il diaframma per allungare il tempo di scatto ad 1 secondo e questo, in base al mio gusto personale, è molto più piacevole. Si tratta di un esempio di esposizione creativa. Naturalmente esistono minimo altre sei combinazioni tempo diaframma per esporre correttamente l'immagine nell'esempio sopra, eccone alcune: f/2,8 - 1/60 f/5,6 - 1/15 f/8 - 1/8 f/11 - 1/4 f/16 - 1/2 f/22 - 1 s Possiamo intervenire sulle tre componenti legate all'esposizione che sono: sensibilità (ISO), tempo di scatto, e diaframma, per ottenere oltre sei differenti combinazioni. Tra queste componenti, però, quelle che hanno più peso nella buona riuscita di una "esposizione creativa" sono il tempo di scatto ed il diaframma. Vediamo in seguito e più in dettaglio su cosa influiscono nella scena la scelta di questi due basilari componenti che sono, ripeto, il tempo d'otturazione ed il diaframma. Immagino che la maggior parte di quelli che leggono questo tutorial sapranno che cos'è il diaframma in un obbiettivo, e per quei pochi che non sanno faccio una breve introduzione. L'apertura è un foro all'interno dell'obbiettivo fotografico, più comunemente conoscito anche con il nome di "diaframma". Questo foro è in genere formato da sei o più lamelle che si sovrappongono ad iride. Le reflex digitali moderne hanno tutte la rotella di regolazione sul corpo macchina, ed è anche per questo che ormai su molte ottiche questa ghiera è completamente sparita. Agendo su questa rotella di controllo si apre e si chiude il foro, facendo entrare più o meno luce. Ma la funzione principale del diaframma, oltre a quella di fare entrare più o meno luce, è quella di definire la zona di nitidezza nell'immagine. Ora, per una maggiore comprensione, vediamo di suddividere i valori delle aperture in tre categorie, e dare a queste degli indirizzi di utilizzo creativo. Categoria N°1: le aperture più piccole (f/16 f/22 f/32) sono valori che mostrano una grande "profondità di campo" e fanno parte della categoria di immagini che raccontano. "La profondità di campo" è lo spazio nel quale tutti gli elementi risultano perfettamente a fuoco. Questi valori d'apertura sono consigliati con l'uso di ottiche grandangolari per riprendere paesaggi, consiglio di inserire particolari in primo piano per dare profondità e tridimensionalità alla scena. (Vedi precedente tutorial sulla composizione). Categoria N°2: di questa fanno parte le aperture più grandi (f/2,8 f/4 f/5,6) le quali sono caratterizzate da una profondità di campo ridottissima, sanno isolare il soggetto ed hanno la forza creativa di definire un tema. Per fare un esempio pratico, queste aperture abbinate ad una focale lunga, come un medio tele, si adattano molto bene alla realizzazione di ritratti dove in questo contesto creativo è consigliato isolare il soggetto dallo sfondo. Categoria N°3, ne fanno parte le aperture di mezzo della nostra ottica (f/8 f/11). Basterebbe semplicemente dire che se il nostro contesto creativo non rientra nelle categorie precedenti per forza di cose rientra in questa. Qui non è importante la profondità di campo: per fare un esempio, una conchiglia sulla sabbia, in pratica elementi che non hanno profondità infine, va aggiunto che con queste aperture intermedie le ottiche hanno la loro resa migliore. L'impostazione dell'otturatore determina molto più del solo tempo di esposizione. [Tom Ang] Dopo aver parlato dell'utilizzo creativo del diaframma, ora spostiamo il nostro interesse verso un altro elemento molto importante del triangolo creativo. La funzione del meccanismo di otturazione è quella di consentire l'accesso della luce in una fotocamera verso il sensore (o pellicola) soltanto per una precisa e determinata durata di tempo. Tramite una rotella di controllo le fotocamere consentono di determinare la scelta fra diversi tempi di otturazione, e questi permettono, in fotografia, di controllare il movimento. I tempi rapidi (1/2000 1/1000 1/500) ci consentono di congelare l'azione mentre quelli lenti (1s ½ ¼ 1/8 ecc.) ci permettono di registrare il movimento come mosso. Troviamo due situazioni importanti nella quale occorre dare priorità al tempo di otturazione, la prima naturalmente quando il nostro soggetto ci da l'opportunità legata al movimento. La secondo, quanto ci troviamo di fronte ad una scarsa luminosità e non possiamo utilizzare il treppiedi. C'è comunque da fare una considerazione, oggi lo sviluppo dei moderni sistemi di stabilizzazione sugli obbiettivi ci aiuta in questo perchè ha ridotto notevolmente la possibilità di incappare nell'errore del mosso o micromosso dovuto ad un tempo di scatto lungo (VRII=4 stop). Ma vediamo come utilizzare la forza creativa del tempo di otturazione. Bloccare il movimento: questa è la più classica delle situazioni per l'utilizzo di tempi di otturazione molto rapidi (1/2000 1/1000 1/500). In questo caso (situazione creativa) dobbiamo congelare nitidamente il soggetto. Vediamo, per esempio, in quali contesti occorrerà bloccare il soggetto, una macchina o una moto sportiva durante una gara, oppure uno sciatore durante una discesa libera, o ancora un'azione durante una partita di calcio. Attenzione, comunque, a non utilizzare tempi troppo rapidi. La bravura del fotografo consiste nel fermare nitidamente il soggetto ma allo stesso tempo senza bloccare completamente l'azione. Se noi fotografiamo una macchina da corsa con un tempo troppo veloce la macchina potrebbe sembrare ferma e parcheggiata sulla pista. Panning: per questa espressione creativa il fotografo deve eseguire deliberatamente un movimento parallelo ed alla stessa velocità del soggetto con tempi di otturazione dell'ordine di 1/60 - 1/8 relativamente lenti. Tali questi valori ci consentono di bloccare il soggetto dando movimento allo sfondo. Registrare il movimento: in questo contesto creativo noi abbiamo la fotocamera ben salda sul treppiedi, le parti in movimento vengono registrate come mosse, mentre i particolari fermi verranno perfettamente nitidi. Naturalmente, per restituire il movimento, dovremo utilizzare tempi molto lunghi. Il terzo ed ultimo elemento del nostro triangolo fotografico, cioè la sensibilità iso, non ha le caratteristiche creative dei precedenti (apertura, tempo di otturazione), ma la variazione della sensibilità iso implica di conseguenza la variazione di uno o entrambi gli elementi precedenti. Nella fotografia analogica la sensibilità ISO (in passato ASA) rappresenta la velocità del negativo fotografico. Anche nelle moderne camere digitali si usa dare il valore di sensibilità ISO Equivalente. Valori ISO: 50 - 100 - 200 - 400 - 800 - 1600 - 3200 - 6400 - 12800 Occorre fare una precisazione sul digitale, il sensore (CCD CMOS) viene fabbricato e nasce con una sola sensibilità, quella ottimale, questa solitamente è un valore molto basso (ISO 100/200), ed a questo valore il sensore produce le immagini migliori. Quando si aumenta la sensibilità (aumento del valore ISO) si applica un' amplificazione elettronica del segnale verso il sensore, in conseguenza di questo sarà maggiore la sua capacità di catturare la luce in ambienti poco illuminati. Se fotografiamo con fotocamera a rullino, per aumentare la sensibilità siamo obbligati a sostituire quest'ultimo con uno più sensibile. Nel digitale è sufficiente invece, accedere al menu e scegliere un valore ISO più alto. Purtroppo, come nell'analogico, anche nel digitale l'aumento di sensibilità equivale ad un aumento di rumore sull'immagine. Per avere sempre la massima definizione, fotografiamo con la sensibilità predefinita della nostra fotocamera digitale. Solo in questa condizione avremo le immagini migliori. Se questo non fosse possibile per problemi di scarsa luce ambiente, aumentiamo gli iso e ricordiamoci che ad ogni stop di aumento corrisponde un perdita di qualità. Sull'esposizione (teoria e pratica) si potrebbero scrivere pagine e pagine. Se volete approfondire ulteriormente, non avrete problemi perchè potrete tranquillamente trovare decine di libri e dispense che trattano in modo estremamente dettagliato l'argomento. Alcuni di quelli che ho letto sono molto interessanti, altri lo sono meno anche perchè purtroppo sono pieni di formule e concetti teorici che esulano dall'utilizzo reale e pratico. Spero di avere almeno in parte raggiunto l'obbiettivo (scusate il gioco di parole) che mi ero prefissato, e cioè cercare di esplorare questo argomento nel modo che ritengo il meno dispersivo, soffermandomi almeno sulle basi e cercando poi di dare idee e spunti sulle sperimentazioni creative. Se avete suggerimenti, consigli o critiche, potete tranquillamente contattarmi tramite questo form. |
Scarica versione in PDF |
© Copyright 2011 Giancafoto.it |